Attualità
24 Dicembre 2019
I sindaci: le proposte in Conferenza, non sui giornali. Cona scoppia, il territorio è “sgonfio”

Aziende sanitarie, fusione impossibile

di Redazione | 3 min

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Grazie al recente bando regionale per la Rivitalizzazione e il Ripopolamento dei Centri Storici nelle zone colpite dal sisma, il Comune di Ferrara è stato designato destinatario di un finanziamento sostanziale pari a 700.000 euro complessivi. Questo finanziamento ha come obiettivo l’accelerare la ripresa e incoraggiare l'attività economica e sociale nelle aree colpite dal disastro naturale

Doveva essere il punto sulla fusione tra le due aziende sanitarie, e invece la questione è rimandata sine die. La conferenza territoriale sociosanitaria, richiesta dai sindaci civici e di centrosinistra per discutere della proposta di Alan Fabbri di accorpare Asl e Sant’Anna in un’ottica di risparmio, si è chiusa con un grosso punto interrogativo.

La proposta di fusione lanciata dal sindaco, come già suggerito da diversi interventi nelle ultime settimane, non è fattibile, Quantomeno al momento. Prima servirebbe cambiare la legge nazionale di riferimento, la 502 del ’92.

Anche il direttore generale del Sant’Anna Tiziano Carradori, pur manifestando la propria disponibilità in quella direzione, ha fatto capire che il passo decisivo lo deve fare la politica.

Carradori ha poi puntato il dito verso le difficoltà del sistema sanitario territoriale, dove a fronte di un ospedale di Cona “che scoppia”, abbiamo le realtà territoriali minori fin troppo “sgonfie”.

A maggior ragione negli ultimi tempi, con la produzione cresciuta del 10% che mette sotto pressione il personale.

Un altro punto focale toccato dal dg è stato quello della mobilità passiva, lanciato come allarme dal presidente della Ctss. Una mobilità in lieve aumento, come confermato dal direttore dell’Ausl Claudio Vagnini, ma che va contemperata dalla mobilità attiva.

Qui si apre una sorta di paradosso nella sanità ferrarese: molti vengono a curarsi per determinati a servizi specifici in provincia di Ferrara, al punto che in certi ambiti il 70% dei posti letto è occupato da pazienti che provengono da fuori regione.

Deciso l’intervento del sindaco di Portomaggiore Nicola Minarelli, che non di dichiara pregiudizialmente contrario a un’azienda unica, purché questo non sia il preludio a un sistema ‘Cona-centrico’ che riduca il resto dei presidi e semplici sedi periferiche dell’ospedale.

Minarelli parla di integrazione tra Sant’Anna e Ausl, non di fusione, sottolinenando anche lui che per poter dar seguito alle dichiarazioni di fabbri si dovrebbe prima cambiare la legge statale.

Proprio per questo, qui lancia un appello, serve riappropriarsi del ruolo della Conferenza territoriale “come luogo per dare indirizzi strategici della sanità ferrarese”, altrimenti, se si scelgono prima i giornali per avanzare delle proposte (qui la critica ad Alan fabbri), si crea un problema complessivo di credibilità degli amministratori.

Sulla mobilità attiva torna Cristiano Zagatti della Cgil: “siamo la regione in Italia che ha le maggiori risorse di ingresso; sarebbe utile ridiscutere la posizione di Ferrara per quanto riguarda la ripartizione delle risorse da mobilità attiva, tenendo conto che abbiamo il ‘competitor’ veneto a pochi passi e la popolazione più anziana dell’Emilia-Romagna.

Fabbri ha chiuso i lavori impegnandosi a convocare la Conferenza subito dopo le feste e istituire un ufficio di presidenza allargato per fare il piano particolareggiato delle criticità territorio per territorio e arrivare a una rivisitazione dell’accordo quadro del 2016.

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