Politica
20 Gennaio 2020
Editoriale dedicato ai consiglieri di maggioranza: "Non è vostra la battaglia che vi chiedono, ma la dignità sì"

Cercansi complici

di Marco Zavagli | 3 min

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Mi rivolgo a voi, Rossella Arquà, Luca Caprini, Giovanni Cavicchi, Fabio Felisatti, Mauro Magni, Ciriaco Minichiello, Alcide Mosso, Catia Pignatti, Francesca Savini, Annalena Ziosi della Lega.

E a voi, Francesco Carità, Massimiliano Guerzoni, Camilla Martinucci di Ferrara Cambia; Diletta D’Andrea, Paola Peruffo di Forza Italia e Federico Soffritti di Fratelli d’Italia.

Oggi siete chiamati a qualcosa di nuovo. Non è un voto quello che vi verrà chiesto. Quello che vi verrà chiesto non ha nulla a che fare con la politica, o con l’amministrazione della vostra città. Neppure con le logiche di un partito.

Avete visto tutti cosa è successo. Chi vi siede accanto ha insozzato il municipio tramutandolo in un mercato delle vacche. Sicuramente la sua è stata una iniziativa individuale. Ma nel farlo ha diffamato il sindaco e il vicesindaco, chiamandoli in correità. Loro sicuramente lo quereleranno per difendere la propria reputazione. Su questo non ci possono essere dubbi.

Ma quello che è andato in scena il giorno dopo, davanti ai vostri occhi imbarazzati, è forse peggio. È sicuramente peggio dal punto di vista di quella che ci ostiniamo a chiamare democrazia.

Non espellere dal partito chi lo ha infangato e non chiedere le dimissioni dal consiglio comunale di chi lo ha umiliato è un segnale, una spia. Una luce rossa che ci sta dicendo che tutto è tollerabile, che non c’è alcuna differenza tra onesto e disonesto.

Oggi vi chiederanno di avvallare questa ignobile eguaglianza. Oggi vi chiederanno, con quel dito che spinge un pulsante, di rimanere impressi in maniera indelebile nella storia e nella memoria di Ferrara. Non come consiglieri, ma come complici.

Ormai tutti sanno. C’è chi ostinatamente finge di negare, chi minimizza, chi si trincera dietro un trito e sterile “tanto sono tutti uguali”. Ma tutti ormai sanno. E tutti vi guardano.

Quando vi siete insediati, in quel caldo primo consiglio comunale in Gad, immaginavate questo? Immaginavate di dover confermare di fronte ai vostri concittadini che siete d’accordo su quello che ha fatto scandalizzare tutta Italia, Lucia Borgonzoni compresa? o immaginavate di servire la vostra città con le vostre capacità e il vostro esempio, di dimostrare a chi vi ha dato fiducia con il voto che quella crocetta era meritata?

Vorrei essere nella vostra mente adesso. Non al vostro posto. Non ci saprei stare.

Oggi sarò in consiglio comunale tra il pubblico. Io, come tanti che assisteranno, non vi giudicherò. Nulla sarà più cocente del sentimento che proverete per voi stessi se premerete quel pulsante. Noi non possiamo aggiungere sale a quelle ustioni.

Sarete piccoli savonarola del terzo millennio, arsi sul rogo per principi altrui. Principi sbagliati.

All’interesse di qualcuno vi chiedono di far soccombere l’interesse della collettività. E a voi chiedono di esserne complici.

Con una aggravante ulteriore. Non è la vostra battaglia. Ma la dignità, quella sì, quella è la vostra. E la dignità è una sola. Non si ripara, non si cura, non si riacquista. Solo, la si rivendica.

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