Politica
25 Febbraio 2023
Il gruppo Ferrara Nostra chiede di stralciare l’ipermercato: “È evidente la prevalenza dell’interesse privato rispetto a quello pubblico”

Colpo mortale a Fè.ris dagli stessi consiglieri della maggioranza di Alan Fabbri

di Redazione | 4 min

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Ferrara Nostra – il gruppo di tre consiglieri che fanno parte della stessa maggioranza del sindaco Alan Fabbri – ha protocollato una mozione per chiedere di stralciare dal progetto Fè.ris la parte riguardante l’ipermercato in via Caldirolo, perché “è evidente la preminenza dell’interesse privato su quello pubblico”. Interesse pubblico, questa una novità mai emersa, che non è stato intravisto nemmeno in sede di conferenza preliminare dei servizi.

Ma qualche problema potrebbe aversi anche per l’ex caserma, dal momento che il sottosuolo sarebbe ricco di reperti archeologici di notevole importanza.

“Dalla discussione emersa in consiglio – afferma Ferrara Nostra – è risultato evidente che, pur esistendo l’ormai storica necessità di un intervento di riqualificazione dell’intero complesso dell’ex Caserma Pozzuolo del Friuli, l’intera operazione presenta numerose criticità e aspetti controversi”:

In particolare “emerge come le rilevanti ragioni di interesse pubblico, che dovrebbero sostenere l’intera operazione, non risultino affatto preponderanti e, anzi, appare in tutta evidenza la prevalenza dell’interesse privato rispetto all’interesse pubblico, in quanto la futura proprietà, oltre a manifestare una generica intenzione a realizzare residenze private e alloggi per studenti in assenza di una specifica convenzione Unife, sarebbe beneficiaria di una estesa area agricola in Via Caldirolo, fronte mura, sulla quale intenderebbe realizzare una grande struttura commerciale”.

Ferrara Nostra fa presente poi che contro il progetto Fè.ris ha iniziato a svilupparsi in città un animato dibattito su questo tema, dapprima con singole prese di posizione attraverso la stampa locale, successivamente anche con la nascita di numerosi comitati e gruppi di cittadini che “manifestano il loro totale dissenso rispetto ad un intervento che andrebbe ad alterare profondamente l’esistente equilibrio urbanistico della zona est della città”.

E anche le associazioni di categoria come Ascom e Confesercenti hanno espresso forti perplessità in merito a Fè.ris “e soprattutto grande preoccupazione per la prospettata apertura del nuovo centro commerciale di Via Caldirolo e per le ricadute economico-commerciali che tale intervento avrebbe sul nostro territorio”.

Eppure in origine, fino a inizio dello scorso anno, il programma politico del sindaco, in riferimento alla riqualificazione dell’ex Caserma Pozzuolo del Friuli parlava di “Centro Congressi” all’avanguardia sul piano tecnologico, “Museo Innovazione Artistica Digitale e del Futuro Contemporaneo”; “Nuova Officina Ferrarese”, incubatore d’imprese e start up legate alle nuove figure professionali connesse ai “contenuti” digitali in partner con UniFe.

Nelle linee programmatiche dello stesso sindaco, inoltre, nella “sfida della città vivibile e sostenibile”, si trova l’impegno a non consumare suolo agricolo e a valorizzare il paesaggio agrario.

Ecco perché, spiega Ferrara Nostra, “tutto ciò in evidente e stridente contrasto con la realizzazione della struttura commerciale di Via Caldirolo, che richiede proprio la trasformazione di una vasta area di terreno agricolo in area commerciale”.

Una novità, finora rimasta sottotraccia, riguarda poi il fatto che in sede di conferenza preliminare dei servizi, che ha avuto luogo il 28 ottobre 2022, alla presenza, oltre che del Comune di Ferrara, di diversi Enti, quali Regione Emilia Romagna, Provincia di Ferrara, Ausl, Arpae, Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio e altri, “sono emerse diverse criticità: una su tutte la poca chiarezza nell’individuare gli elementi di pubblico interesse che dovrebbero suffragare l’ipotesi dell’intervento”.

Altra stranezza riguarda il fatto che “da più parti è emerso come la documentazione proposta e sottoposta alle valutazioni degli intervenuti fosse costituita da elaborati della sola parte privata e non figurassero documenti tecnico-amministrativi redatti dal Comune”.

Su via Caldirolo è stato fatto notare “come l’intervento commerciale non sia coerente con la L.R.24 per ciò che riguarda il contenimento del consumo di suolo” e come “sia localizzato su di un’area strategica in quanto nodo della rete ecologica e collegamento di aree verdi per l’allargamento di un parco urbano già presente nella fascia nord delle mura cittadine”.

Per l’area dell’ex Caserma, a seguito dei carotaggi effettuati, “è stata evidenziata la presenza di testimonianze archeologiche, alla profondità di oltre 3 metri, riferibili alla chiesa del Convento di San Vito e probabilmente anche di strutture molto più profonde e quindi anche più antiche: si tratta, pertanto, di un’area di importanza straordinaria e unica dal punto di vista storico/archeologico”.

Sull’area di Via Volano, infine, “è stata evidenziata l’esistenza di un vincolo di tutela indiretta che prescrive il divieto di nuove costruzioni e modifica dell’esistente, per cui è necessario pensare ad un intervento avente un significato esclusivamente rigenerativo e conservativo di questa area fronte mura”.

Per tutti questi motivi la mozione chiede di stralciare dal progetto Fè.Ris l’intero intervento su Via Caldirolo e chiede al consiglio di impegnarsi, “nell’ottica di proseguire con l’operazione di valorizzazione del sistema delle Mura, ad invitare i progettisti incaricati per l’elaborazione del Pug a vincolare l’area quale area destinata a Parco Urbano, mettendola in tal modo al riparo da eventuali possibili futuri tentativi di utilizzo improprio” e di “adoperarsi affinché l’area di Via Volano sia restituita alla propria funzione di area a verde a protezione delle Mura”.

Il recupero dell’ex caserma, infine, va “dimensionato anche in relazione all’esito delle ricerche storico/archeologico da effettuarsi nell’area in questione, tenendo conto che le destinazioni possibili dei volumi consentiti non potranno che essere vincolate alla realizzazione di alloggi per studenti e attività compatibili, in linea con le esigenze emerse dai confronti con Unife e associazioni di categoria, attraverso specifiche convenzioni che possano garantire ai fruitori costi calmierati”.

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