Portomaggiore
1 Marzo 2019
I ragazzi dei due istituti hanno incontrato i responsabili dell'associazione Cortocircuito per approfondire il tema della lotta alla criminalità organizzata

Gli studenti del Montalcini e dell’Einaudi a ‘lezione di legalità’

di Redazione | 3 min

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Gli studenti della classe 5° A dell’Indirizzo Tecnico Economico ” Montalcini” di Portomaggiore sono stati ospitati presso l’Istituto ” Luigi Einaudi” di Ferrara dove, assieme ai ragazzi della 5°A dei Servizi Commerciali della scuola cittadina, hanno avuto l’opportunità di incontrare due giovani rappresentanti dell’associazione Cortocircuito, Alessandro Acquotti e Alessia Pellicciari, per una lezione-confronto su una tematica di stringente attualità, quella delle infiltrazioni mafiose nel tessuto politico-economico della realtà emiliana.

I due giovani relatori hanno ripercorso le tappe principali che hanno condotto alla fondazione dell’associazione che ha svolto un ruolo determinante nelle operazioni giudiziarie del processo AEmilia. L’associazione Cortocircuito nasce nel 2009 e trae il nome dal giornalino studentesco fondato da uno studente liceale di Reggio Emilia, Elia Minari che, insieme ad un gruppo di compagni della stessa scuola, inizia ad indagare su alcuni aspetti ” poco chiari” riguardanti la gestione politico-economica della realtà locale.

Il gruppo di studenti comincia così a condurre una serie di video-inchieste e interviste che portano a galla una realtà fino ad allora sommersa , dove cittadini considerati ” rispettabili” avevano , in realtà , stretti contatti con la ‘Ndrangheta calabrese ed erano implicati in attività di riciclaggio di denaro sporco e in altre azioni sospette legate allo smaltimento di rifiuti tossici. Le ricerche condotte dal gruppo di ragazzi di Cortocircuito hanno indirizzato le autorità giudiziarie ad indagare in modo più approfondito su alcuni imprenditori locali coinvolti in questi traffici illeciti. Sono stati questi i primi passi sfociati poi nel processo AEmilia del 2017 , conclusosi con la condanna di 200 imputati per attività mafiosa.

Secondo quanto espresso dai due giovani relatori , la mafia del Nord Italia è ben lontana dall’immagine stereotipata presentata in certi film o serie televisive di successo; è una mafia silente , sommersa e proprio per questo più pericolosa , in quanto può ramificarsi in ogni settore della società . Essa riunisce nelle sue fila persone insospettabili e in apparenza rispettabili, che si nascondono dietro un’immagine pubblica costruita ad hoc per ottenere consensi.

Questa realtà è stata raccontata dal giovane Elia Minari nel libro-denuncia ” Guardare la mafia negli occhi”, pubblicato nel 2017. Il messaggio lasciato dai due studenti , che hanno coinvolto direttamente i ragazzi in un continuo e arricchente confronto,è stato quello che ognuno di noi ha il dovere di informarsi su quanto accade nella realtà di ogni giorno e di denunciare ciò che può risultare sospetto. Informarsi, partecipare, denunciare , queste sono le tre azioni principali che ognuno di noi dovrebbe svolgere nella sua quotidianità. Non ci si deve limitare a dire” Tanto ci penserà un altro” perchè potrebbe essere proprio la nostra indifferenza ed il nostro silenzio ad alimentare la corruzione dei contesti in cui viviamo.

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