Copparo. E’ stata picchiata dal fratello, che l’ha poi rincorsa con un martello. La donna, terrorizzata, è riuscita a barricarsi in casa e a chiamare i carabinieri mentre l’aggressore stava tentahndo di forzare la porta d’ingresso.
Attimi di puro panico per la vittima, che è riuscita a evitare la furia del fratello, il 47enne rumeno I.T.E. residente a Copparo, solo grazie all’intervento dei militari, a loro volta aggrediti dall’uomo che è stato poi bloccato, arrestato e condotto in carcere.
L’episodio è avvenuto nel pomeriggio di giovedì, quando i carabinieri di Copparo, con i rinforzi inviati dal Nucleo Operativo e radiomobile della locale Compagnia, sono riusciti a trarre in arresto per i reati di maltrattamenti in famiglia e resistenza a Pubblico Ufficiale, in regime di “codice rosso”, il 47enne disoccupato e noto agli uffici di polizia.
L’uomo ha percosso e rincorso la sorella con un martello, con l’intento di volerla colpire in seguito a una lite. La donna si è barricata in casa, ma il congiunto dall’esterno dell’immobile ha iniziato a forzare la porta d’ingresso con una mazza e un piede di porco. La centrale operativa dei carabinieri, dopo aver ricevuto la telefonata disperata della vittima, ha inviato immediatamente in emergenza sul posto più pattuglie, che hanno raggiunto la donna prima che l’aggressore riuscisse a penetrare all’interno dell’immobile.
L’uomo, sorpreso dai militari mentre stava armeggiando con il piede di porco sulla porta d’ingresso, ha reagito violentemente anche nei loro confronti, brandeggiando con una mano una spranga di ferro e con l’altra una mazza da cantiere. Dopo un primo tentativo di colpire i carabinieri l’uomo è stato bloccato e arrestato.
La donna, dopo essere stata rassicurata, è stata accompagnata presso il pronto soccorso dell’ospedale di Cona, dove è stata visitata e riscontrata affetta da lesioni guaribili in sette giorni.
Non essendo il primo episodio di violenza domestica posto in essere dal rumeno, l’autorità giudiziaria ha disposto in via cautelare che venisse condotto presso il carcere di Ferrara, dove rimarrà ristretto sino all’udienza di convalida.
Dell’operazione portata a termine dai carabinieri si è congratulato il sindaco di Copparo, Fabrizio Pagnoni, ringraziandoli per essere intervenuti “con una celerità e una tempestività tale da evitare una conclusione ancora più drammatica della vicenda”. Il primo cittadino ha poi aggiunto due riflessioni: “La prima è legata alla presenza di strutture, a partire dallo sportello antiviolenza aperto nel novembre scorso alla Casa della Salute di Copparo, e di una rete, dalle forze dell’ordine al Centro Donna Giustizia, in grado di aiutare e sostenere le donne, le ragazze e le bambine vittime di violenza, sia essa fisica, psicologica o economica. In questi frangenti è molto importante il passaparola perché tutti ne conoscano l’esistenza. La seconda è legata all’introduzione dell’istituto normativo del codice rosso, sicuramente un importante progresso nella tutela delle vittime. Alle donne in difficoltà dunque dobbiamo ricordare che esistono persone e luoghi in grado di ascoltarle, di prestare loro aiuto e a cui si possono rivolgere sempre. È fondamentale poi che tutta la comunità affronti questa problematica, senza girarsi dall’altra parte, ma facendo la propria parte, a cominciare dalla formazione dei più piccoli, che devono crescere nella cultura del rispetto, della nonviolenza e dell’eguaglianza”.
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