di Lorenzo De Cinque
La mobilitazione nazionale a favore del Ddl Zan raggiunge anche Ferrara, in Piazza Municipale. La città estense, tra le 53 città d’Italia partecipanti, ha accolto un’onda arcobaleno di cartelloni e persone che si sono ritrovate insieme con un messaggio ben preciso per le istituzioni e la società: “Non un passo indietro”. Molte le associazioni locali che hanno preso parte al flash mob, tra cui Arcigay Ferrara Gli Occhiali d’Oro, Agedo Ferrara, Famiglie Arcobaleno, Centro Donna Giustizia, Centro di Ascolto Uomini Maltrattanti Ferrara, Cam Ferrara, Uisp Ferrara, CGIL Ferrara e UIL Ferrara.
“L’Italia è pronta, il Paese è più avanti della politica”. In questo modo ha esordito Manuela Macario di Arcigay che ha continuato smontando le varie bugie sul Ddl Zan: “è una legge che non limita la libertà di espressione, con l’art. 4 viene tutelato il pluralismo di idee e ricordiamoci che – sottolinea Macario – insultare e offendere non sono un’opinione”. E alla frase “Il tempo è scaduto”, sulla piazza si è elevato il suono simbolico di due campanelle.
“La Legge Zan garantirà l’estensione e l’aggiornamento della Legge Mancino”, specifica Chiara Baiamonte (Famiglie Arcobaleno) e sulla stessa linea anche Manuela Claysset (UISP) sulla necessità di “chiedere all’unisono una legge attesa da 30 anni” insieme anche ad Erica Basile (Centro di Ascolto Uomini Maltrattanti Ferrara) che su una prospettiva internazionale ha ribadito che questa sarà “una legge che permetterà all’Italia di allinearsi all’Europa sui diritti civili”.
Le cronache di violenze e discriminazione ogni giorno continuano a riempire le pagine dei giornali e a ricordarle c’è Emanuela Zucchini (Agedo Ferrara) che rilancia: “Abbiamo il dovere morale di chiedere che la Legge Zan sia approvata integralmente per tutte le vittime di discriminazioni che soffrono, ma anche e soprattutto per coloro che, per questo motivo, non sono più tra noi”.
Tra i temi toccati anche la controproposta del centrodestra che vorrebbe escludere dal testo l’identità di genere. Per Chiara Rena (Centro Donna Giustizia) questo vorrebbe dire “escludere le persone trans, non binarie e gender fluid dalle tutele della legge attuando una discriminazione contro queste identità” per cui – rilancia Rena – “no a compromessi al ribasso, nessun passo indietro”. A prendere la parola anche gli attivisti di Arcigay Mattia, Alex ed Elio, interessati direttamente dalla tematica, che rilanciano: “siamo una minoranza di una minoranza, la più discriminata, e non siamo sacrificabili perché i nostri diritti valgono quanto quelli degli altri, altrimenti sarebbero solo privilegi”.
Ma per molti l’approvazione della Legge Zan è solo l’inizio. Per Giacomo Cattucci (Arcigay Ferrara Gli Occhiali d’Oro), “è il tempo dei diritti, questa legge rappresenta un nuovo punto di partenza per nuovi obiettivi dal garantire un pieno riconoscimento alle famiglie omogenitoriali fino ad una vera inclusività delle persone disabili finanziando i caregiver, oltre a molto altro”. Dello stesso avviso anche Francesca Battista (CGIL Ferrara) che ha rilanciato “un nuovo modello di welfare sociale e inclusivo”.
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