Comacchio. Un anno e mezzo di reclusione che diventa un anno per lo sconto previsto dalla scelta del rito abbreviato. È la richiesta di condanna (con pena sospesa) che il pm Andrea Maggioni ha avanzato, al termine di una dura e accorata requisitoria, nei confronti del maggiore Luca Nozza, ex comandante dei carabinieri di Comacchio.
Nozza è accusato di violenza privata continuata e aggravata dall’esercizio di funzioni pubbliche. Tre le condotte contestate, tutte avvenute nel 2015 e tutte ai danni di un idraulico col quale si era accordato per dei lavori in due appartamenti.
Secondo l’accusa, Nozza avrebbe costretto l’idraulico a proseguire i lavori nonostante non fosse nelle condizioni di salute per farlo, essendo stato operato per un’ernia. In questo contesto l’ex comandante della Compagnia lagunare avrebbe fatto pesanti pressioni sull’artigiano, ingiuriandolo al telefono e dicendogli che non gliene fregava nulla se non era in grado di lavorare, minacciandolo che gli avrebbe fatto sequestrare tutto e, soprattutto, dicendogli “si ricordi che suo figlio l’ho fatto arrestare io, se voglio lo faccio arrestare stasera stessa”. Il figlio, questo è documentato, era stato effettivamente arrestato qualche mese prima.
Tempo dopo Nozza si presentò nel cantiere insieme all’allora suo vice e poi successore al comando della Compagnia – ignaro di quanto stesse per accadere, infatti la sua posizione venne successivamente archiviata -, entrambi in divisa, e ancora una volta i toni furono piuttosto minacciosi nei confronti dell’artigiano, il cui figlio però stava registrando tutto con il cellulare.
Infine, secondo le contestazioni, il maggiore dei carabinieri avrebbe costretto l’artigiano a subire la brusca interruzione del rapporto contrattuale (almeno in parte fatto anche di pagamenti in nero).
Nel maggio 2016 lo stesso artigiano presentò denuncia per tutti questi fatti per il cui iter, ha detto il pm in requisitoria, “non è stato seguito l’abbiccì della procedura penale”: la questione è stata al centro di un altro e addirittura precedente processo nei confronti dell’avvocato Salvatore Mirabile – assolto -, che assiste lo stesso artigiano come parte civile e che ovviamente ha chiesto che Nozza venga condannato.
Per la difesa, sostenuta dall’avvocato Massimiliano Casagrande, il maggiore è innocente e ne ha chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste. “Ritengo che questo processo sia la coda di una vicenda più complessa – ha detto il legale ai taccuini, riferendosi alla famigerata vicenda del filmino – e di due o tre procedimenti penali anche davanti al tribunale militare che si inseriscono nel clima avvelenato della caserma dei carabinieri di Comacchio. Confido in una lettura serena dei fatti da parte del giudice”.
Il giudice Sandra Lepore ha aggiornato l’udienza al 26 ottobre.
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